Un contesto globale sempre più instabile

Negli ultimi anni, il mondo del digital marketing si è trovato a fronteggiare sfide sempre più complesse, non solo per i cambiamenti degli algoritmi e l’evoluzione delle piattaforme, ma anche a causa di eventi geopolitici globali. Le guerre internazionali, come il conflitto tra Russia e Ucraina o quello in Medio Oriente, hanno avuto effetti tangibili su campagne pubblicitarie, costi per clic, regolamentazioni e disponibilità di dati.

Effetti diretti delle guerre su Google Ads e Meta Ads

Le principali piattaforme pubblicitarie, come Google Ads e Meta Ads (Facebook e Instagram), sono fortemente influenzate dai conflitti internazionali. Quando scoppia una guerra o viene imposta una sanzione internazionale, queste aziende possono decidere o essere costrette a sospendere gli account pubblicitari di determinate nazioni, limitare la diffusione di determinati contenuti o categorie, applicare nuove policy contro la disinformazione e aumentare la vigilanza sulle inserzioni politiche e sociali.

Nel 2022, ad esempio, Google ha sospeso la pubblicazione di annunci in Russia, mentre Meta ha bloccato le campagne provenienti da media statali russi. Queste restrizioni non solo colpiscono i mercati locali, ma generano anche un rimbalzo sugli altri mercati, aumentando la competizione per gli spazi pubblicitari e i costi.

cost per click guerre internazionali

L’aumento dei costi pubblicitari (CPC e CPM)

Durante i periodi di conflitto, l’incertezza economica globale può portare a una riduzione dei budget pubblicitari da parte di molte aziende, a un aumento della concorrenza in settori specifici (es. e-commerce, tecnologia, sicurezza) e a fluttuazioni nei costi per clic (CPC) e nei costi per mille impressioni (CPM).

In alcuni casi, le aziende che ritirano o sospendono le loro campagne pubblicitarie liberano spazi che vengono occupati da competitor più aggressivi, causando uno squilibrio del mercato.

Cambiamenti nelle policy e nei contenuti ammessi

Le guerre generano anche un’attenzione maggiore da parte delle piattaforme sui contenuti sensibili. Google e Meta aggiornano frequentemente le proprie policy sugli annunci, imponendo restrizioni su temi politici o sociali, contenuti che fanno riferimento a guerre o crisi umanitarie e prodotti che potrebbero essere percepiti come inopportuni (armi, difesa, sopravvivenza).

Questo impone ai marketer digitali una maggiore attenzione nella scrittura degli annunci, nella scelta delle creatività e nell’analisi del sentiment.

Impatti sulle strategie di targeting e remarketing

Le guerre internazionali incidono anche sulla disponibilità dei dati e sulla capacità di profilare efficacemente gli utenti. Alcune aree geografiche vengono escluse dal targeting, la raccolta dei dati può essere limitata per motivi legali o etici e gli utenti diventano più diffidenti e attenti alla privacy.

In questo contesto, strategie avanzate come Performance Max di Google o Advantage+ Shopping Campaign (ASC+) di Meta diventano strumenti chiave. Entrambe si basano su automazioni e intelligenza artificiale per ottimizzare i risultati anche in ambienti instabili, dove i dati di prima parte diventano fondamentali.

Supply chain e logistica: un effetto collaterale cruciale

Quando un conflitto internazionale colpisce le rotte commerciali, la logistica e l’approvvigionamento delle materie prime, il marketing deve necessariamente adattarsi. Promozioni e campagne devono tener conto di eventuali ritardi, i messaggi devono essere trasparenti e rassicuranti, e alcuni prodotti diventano temporaneamente non disponibili o più costosi.

Questo può comportare una modifica delle strategie di funnel marketing, ad esempio spostando il focus da campagne di conversione diretta a campagne informative o di lead generation.

Reputazione e percezione del brand

Nei momenti di crisi, ogni messaggio pubblicitario viene valutato con maggiore attenzione dagli utenti. Un brand che appare insensibile o fuori contesto rischia di subire danni reputazionali. Alcune buone pratiche da seguire sono:

  • Evitare l’humor o la leggerezza fuori luogo.
  • Dimostrare empatia e responsabilità sociale.
  • Adottare un tono di voce coerente con il contesto.

Anche le scelte di investimento pubblicitario possono comunicare valori: molte aziende, ad esempio, hanno scelto di sospendere le campagne in aree di conflitto come forma di solidarietà o per evitare complicazioni etiche.

Adattare le strategie di digital marketing in tempi di guerra

Un marketer deve essere in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti. Alcune strategie vincenti includono:

  • Segmentazione dinamica del pubblico per evitare aree sensibili.
  • A/B test costanti su copy e creatività per evitare penalizzazioni.
  • Utilizzo di first-party data e CRM per rafforzare il remarketing.
  • Diversificazione dei canali (inclusi TikTok Ads, LinkedIn Ads, programmatic).

Inoltre, strumenti basati sull’intelligenza artificiale possono supportare l’analisi del sentiment, l’adattamento linguistico dei messaggi e la previsione dei trend.

La resilienza del digital marketing

Il digital marketing non è immune ai conflitti globali, ma resta uno degli strumenti più flessibili e adattabili. Comprendere come le guerre internazionali influenzano i costi, le regole e i comportamenti degli utenti è fondamentale per costruire strategie resilienti, etiche ed efficaci.

In un mondo sempre più interconnesso, la capacità di adattarsi al contesto geopolitico diventa una competenza imprescindibile per ogni professionista del marketing digitale.

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